STORIE DI SCARPE E TACCHI...

… E DI COME COMPLETANO I LOOK DI SOPHIE STIQUE*

In questo post vorrei provare a scrivere di un accessorio solitamente associato solo e soltanto al guardaroba femminile. La riflessione è partita da una foto di Fedez, postata qualche settimana fa, che ha creato delle reazioni molto contrastanti sul web. La foto alla quale mi riferisco la trovate cliccando QUI

Nello scatto il rapper appare accanto alla moglie, Chiara Ferragni, ed entrambi indossano un paio di décolleté con platform di Versace (le potete trovare QUI): ora, lo scatto è nato da una piccola gag postata in precedenza durante la quale il cantante, vicino a Chiara che indossava proprio quei tacchi, appariva palesemente più basso e dunque per recuperare i centimetri persi si è a sua volta arrampicato su quei trampoli, ma a prescindere da quale fosse la motivazione non riuscivo a credere a tutto l’odio che le persone riescono a riversare sotto ad uno scatto del genere. Insulti sessisti, misogini e machisti, pieni zeppi di stereotipi.

La mia intenzione non è disquisire su quanto possa piacere o meno un uomo con i tacchi ma piuttosto fare un salto nel passato e scoprire da dove arrivano.

La realtà è che l’utilizzo dei tacchi, in origine, è legato soprattutto proprio agli uomini.

Gli attori di teatro greci e romani, ad esempio, li usavano per apparire più alti durante le rappresentazioni.

Tra i primi ad usarli per motivi pratici ci furono i cavalieri persiani, a partire dal X secolo, che sfruttavano una protuberanza sulla parte posteriore delle proprie calzature per potersi reggere stabilmente sulle staffe quando andavano a cavallo (non vi ricorda per caso le scarpe dei cowboys?).

Alla fine del Cinquecento, tra le aristocrazie europee ci fu un periodo di forte interesse per l’arte e la cultura persiane grazie agli intensi scambi commerciali ed è probabilmente in questo momento che i tacchi vennero adottati al di fuori del Medio Oriente.

Indossare i tacchi, per i nobili, significava poter dimostrare di essere talmente benestanti da potersi permettere di indossare delle calzature che limitavano i movimenti in quanto il loro rango gli garantiva una vita agiata e priva di fatiche, insomma non avevano bisogno di lavorare sostanzialmente: più i tacchi erano alti, maggiore era lo status sociale.

Luigi XIV, il Re Sole, era un grandissimo estimatore dei tacchi, tanto da emanare una legge per limitare l’utilizzo di quelli rossi (il cui pigmento era tra i più costosi) ai membri favoriti della sua corte.

Verso la metà del Seicento anche le donne iniziarono ad adottare i tacchi e a Venezia si diffusero le Chopine, delle zeppe molto alte (fino a 50cm!) che servivano per poter camminare anche durante l’acqua alta e la cui altezza era anche indicatore del ceto sociale: tanto più alta era la zeppa, tanto più importante la dama che le indossava.

Per approfondire la storia di questa insolita calzatura ti invito a leggere QUESTO ARTICOLO che mi pare molto esaustivo.

La moda attinge spessissimo dal passato e dunque abbiamo numerosi esempi di stilisti contemporanei che hanno preso abbondantemente spunto da queste stravaganti calzature per proporne una loro versione più moderna:

Iris Van Herpen - Spring Summer 2016

Iris Van Herpen - Spring Summer 2016

Una via di mezzo tra le chopine veneziane e le geta giapponesi - Alexander Mc Queen

Durante il periodo dell’Illuminismo, nel Settecento, la razionalità e la praticità divennero più importanti e gli uomini iniziarono ad abbandonare i gioielli, le parrucche e l’abbigliamento scomodo e sgargiante adottando un “look” più sobrio e certi accessori, come i tacchi, divennero prerogativa della moda femminile.

Fino ai giorni nostri i tacchi, al di fuori del contesto dei cowboy, erano generalmente ancora considerati una scarpa da donna. Negli anni ‘60 i Beatles resero popolari i “Chelsea Boots” e il tacco tornò timidamente a fare capolino all’interno del guardaroba maschile.

Arrivano poi i gruppi rock come Aerosmith e Mötley Crue o artisti glam rock come Kiss e David Bowie a sovvertire le differenze di genere occidentali e a sfoggiare tacchi e zeppe anche altissimi.

Nel nostro negozio a Trescore Balneario “La Stazione by Sophie Stique” abbiamo sempre disponibili anche delle calzature che completano perfettamente i nostri look, sempre in linea con le collezioni, comode e pratiche: sono tutte realizzate in Italia, a Bologna, in pelle e cuoio.